(DESIGN – Google translate / traduttore friendly) Borderline 2: design e viaggiare PLUS fashion

Cos’è un nome?

Tutto,in quanto esprime l’idea che noi abbiamo delle cose.
Quindi oggettivizza la soggettività della nostra mappa mentale del mondo mediante il suo significato simbolico.

ABITARE … un luogo… indossare un ABITO ovvero abitare sia un luogo che un momento… alla fine il design ed il fashion fanno questo.

In sintesi HABIT-ando.

Allora  visto che siamo in una dimensione borderline, ovvero dove i mondi si fondono prendiamola alla larga.

Un pò parlicchiando dei massimi sistemi e quindi il design ,il viaggiare ed il fashion possono fondersi nella gepoloitica per portarci nella nostra vita DUAL.

Ovvero la vita  fisico + digitale 0 realtà = DUAL.

E se stessimo perdendo il simbolismo dei toponimi che descrivono i luoghi nei 45 insiemi geopolitici?
Allora rischieremmo di perdere la bussola e questo sarebbe letale …
Iniziamo dicendo che non esiste il virtuale ma il digitale ed il comprenderlo è fondamentale.
Per l’ MIT il primo esempio di rappresentazione di un mondo virtuale di ha con il mito della caverna di Platone ma non ha molto senso.
Non lo ha in quanto ci fa ricadere nella confusione tra virtuale e digitale. In realtà il mito della caverna lo è di una rappresentazione digitale in mondi digitali.
Definire una dimensione come virtuale vuol dire dire che non esiste mentre dire che e’ digitale vuol dire che esiste in un’ altra forma di realtà.
Pertanto esistendo gli essere di cui nella caverna si vedevano le ombre non era una dimensione da realtà virtuale ma bensì una da realtà digitale.
Ed è questo il punto chiave: il digitale è una realtà al pari del fisico.
E questo ci porta a dire che tendiamo troppo spesso non solo a confondere ma a non cogliere sia i limiti del nostro essere digitale come pure che da sempre viviamo in maniera sociale in contesti che in Internet definiamo come virtuali.
Andiamo con ordine. Tra le tecnologie che più hanno inciso sull’ umanità solo quelle che hanno alterato l’ equazione spazio-temporale.
Ovvero le tecnologie che hanno permesso di percorrere gli spazi in meno tempo. Se vogliamo per dirla in una frase: quelle che hanno reso il mondo più piccolo.
Il fruire di tali tecnologie ci ha fatto muovere sempre in soazi sociali particolari quanto ristretti con le proprie regole.
Fossero quelli di una carovana o quelli di una nave come pure di un aereo.
Aereo…con l’ automobile la tecnologia che più ha inciso sul nostro modo di viaggiare nell’ ultimo secolo dato che le navi sono orai quasi esclusivamente per uso commerciale ed il poco ,in termini relativi, che ancora trasporta dei passeggeri lo fa come crociera, ovvero essendo la nave stessa uno spazio ludico.
Gli aerei da quasi un secolo sono dei tubi di alluminio che si sono evoluti per divenire sempre più sicuri,grandi e prestazionali. Anche se poi le novità non sono poi così eclatanti come siamo aiutati a pensare. Tra gli appartamenti sul Boeing Dreamliner e sull’ A380 e quelli sugli idrovolanti che negli anni ’30 del XX collegavano il Regno Unito con l’ Asia non vi è poi molta differenza. Ma il punto non è questo.
Il punto è che sono de microsistemi sociali con le loro regole ed in questo senso sono leggibili come mondi che noi definiamo virtuali… . Ma sono in realtà reali.
Questo ci permette di capire come il digitale non sia altro che una dimensione della realtà con le sue proprie forme ,regole,socialità al pari di tanti altri mondi del reale.
Il punto è che non ce ne accorgiamo talmente ne siamo immersi che non ci interessa neanche rendercene conto.
Immersi in un mondo che oramai ha 50 anni e che è così parte di noi che neanche sentiamo il bisogno di darci un simbolo. Ovvero?
Internet non ha un simbolo per identificarlo.
Usiamo il simbolo per dollaro per identificare il denaro oppure quello pacifista per indicare la pace. Utilizziamo il simbolo “@” per indicare le email ma non ne esiste uno per indicare Internet.
Ma a pensarci bene cosa significherebbe Internet?
International network? Oppure Interactive network? Od entrambi?
In buona sostanza se ci fermiamo un attimo a riflettere la dimensione più invasiva del nostro mondo contemporaneo è così invasiva che non abbiamo bisogno di un simbolo e di una definizione per identificarla.
Forse questo livello di interiorizzazione del mondo digitale fa sì che da un lato sia orami così parte della nostra quotidianità e dall’ altro,specularmente,non lo accettiamo razionalmente iniziando a considerare la nostra vita come un DUAL.
Un DUAL ovvero un real che è composto da una realtà fisica,(phisycal life),ed una digitale,(login life), che si fondono e sinergizzano.
Gli esempi non mancano. Da come vendiamo in un mercato B2B come Alibaba al fatto che un fashion designer come Alex Wang pensi le collezioni che disegna considerando come verranno poi nelle foto in Internet dato che eè il mercato maggiore.
E questo è il punto chiave del tutto: il concepire il nostro reale come un DUAL in cui il fisico,(physical life) ed il digitale.(login life), siano una sola cosa senza soluzione di continuità.
Ovvero un mondo reale e non virtuale.

Concrete Wright

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