pubblicato nel contesto di “Art & Culture” N.1 su 60.700.000

come potete verificare clickando qui 14-5-16 CET 5.00

————————————————————

Recentemente sono passato a trovare l’amico e collega poeta Roberto Balò sul suo posto di lavoro: l’Accademia del Giglio, nel centro di Firenze. Era un po’ che non ci vedevamo: gli ho raccontato del mio recente incarico di insegnante d’italiano presso un’università per americani e lui mi ha aggiornato sulle sue attività lavorative e artistiche. Ad un certo punto mi ha donato un suo libretto stampato l’anno scorso a Firenze presso Iskretiae Edizioni. Si tratta proprio di un libretto, nel senso letterale e materiale del termine: un foglio A4 colorato, stampato su entrambi i lati e ripiegato fino ad assumere dimensioni inferiori ad una banconota da cinque euro. Il libro può trovare benissimo posto in un portafoglio, tra il vile denaro e le varie tessere che uno si porta dietro (mi tornano in mente i tempi di scuola, in cui ero solito portare con me nel portafoglio alcune mie poesie, un po’ come portafortuna e un po’ nell’eventualità di recitarle a qualcuno…).

Il libretto si intitola “Cartografie”: come suggerisce il titolo si tratta di un vero e proprio diario poetico di viaggio. Ogni poesia, stampata in caratteri piccolissimi, riporta le coordinate del luogo a cui si riferisce (nel formato “via, o città, o località | città, nazione, zona”) a mo’ di titolo. Mi sono immerso nella lettura seguendo un ordine casuale: salta subito all’occhio che Roberto ama i viaggi e ha molto viaggiato; in luoghi vicini (molte poesie sono dedicate a vie della nostra Firenze) e lontani (Cuba, il Messico, la Grecia, l’Inghilterra, eccetera) passando per varie città toscane (Grosseto, Prato, Arezzo…), italiane ed europee.

Ad ogni luogo è legato un vissuto, un insieme di sensazioni, di ricordi, di persone e di impressioni, in una mappa ideale che affascina sia chi conosce quegli stessi luoghi (ma dalla sua prospettiva) sia chi quei luoghi li ha magari solo sognati, non c’è mai stato e probabilmente non ci andrà mai. Così la geografia personale del lettore si sovrappone a quella del poeta, assaporando rimandi e risvegliando magari memorie sopite. Come sostenevo in una mia poesia, il nostro “paese”, la nostra vera patria è formata da tutti i quei luoghi dove abbiamo vissuto e abbiamo lasciato un po’ di noi in quanto “La geografia del cuore / non segue linee né confini / (…) / e non coglie distingui /continui sulla carta”1; questo spirito cosmopolita, curioso, aperto, mi sembra di coglierlo anche nelle poesie di Roberto, attento osservatore e amante del dettaglio. A volte con brevi tratti si svelano brandelli di una storia che il lettore può solo intuire e completare con la propria fantasia ( “era già finita / ma poteva ricominciare / e ti aspettai in quell’albergo / non so più dove / non so più quanto / ricordo a malapena come fini”2) o ricordi d’infanzia in via della Torricella, a Firenze (via che frequentavo anch’io quand’ero studente universitario), o avventure greche e spagnole, tra letteratura e bevute, tra vocaboli esotici e la vaga impressione che in fondo tutto il mondo sia paese.

Le vie di Firenze e le località di altri continenti si mescolano in un puzzle affascinante di spazio e di tempo che non può fare a meno di suscitare analoghi ricordi in chi legge, confrontando le sue “cartografie” con quelle dell’autore e, insomma, fa venire una gran voglia di partire per la prossima avventura lontano da casa, ma anche guardare alle vie della nostra città con occhi nuovi, più attenti, più autentici.

Massimo Acciai Baggiani ©2016

Qui trovate i libri di Massimo

clickando qui potete trovare la video internvista ne Il Salotto di Antonio Moccia

Note

 

1 Acciai M., “Mon pays” in AAVV, PoetiKanten. Verso un oltre: la nuova avanguardia fiorentina, Aosta, Faligi, 2014, p. 43.

2 Balò R., “londra | inghilterra” in Cartografie, Firenze, Iskretiae Edizioni, 2015