(N.1 al mondo su 313.000 entries con la rubrIca “Suggestioni e percorsi poetici” come potete verificare qui – 20/6/16 – 12.13 cet)
(pubblicato nel contesto di “Art & Culture” N.1 su 60.700.000
come potete verificare clickando qui 14-5-16 CET 5.00)
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(clickando qui trovate la 1. parte …)
…proseguo il discorso sviluppato nella prima parte, ponendo sempre (e forse ancor più) a fondamento “Estetica e mente” che non rimetto qui, ma che si trova all’inizio della prima parte. Ecco, la bellezza femminile mi ha sempre dato quel brivido che mi dà l’arte, magari con toni un po’ diversi e maggiormente variegati, con intensità differenti, a volte celandosi, a volte no, ma ogni volta che “mi piace” una donna è sempre un insieme complesso di stimoli che mi pungola. Ovviamente se “mi piace”, mi piace in virtù di estetica e mente: mai per un cliché ma per un’emozione, mai come cartolina di una città ma camminandoci per le vie, mai per un’idea ma semmai per una follia, mai per un limite sancito da muri ma per lo spalancarsi di orizzonti… e poi boh, ma sempre con tutta la proiezione possibile, che sia per due ore, molto tempo, sempre o anche mai. Recentemente, provando alcune sensazioni che mi pareva di aver già conosciuto, mi sono ricordato di aver scritto una poesia a sedici anni e di averla abbandonata nella polvere tanto distrattamente da seppellircela così a lungo; cercata e ritrovata, realmente con la carta ingiallita, ma viva e pulsante come fosse appena stata scritta (come se oggi non potessi avere ancora sedici anni!?!).
IL TUO RITRATTO
se il folletto dei desideri mi porgesse una matita
disegnerei nel vento i tratti lievi del tuo profilo
fra i lineamenti accennati labbra sottili e occhi
occhi di pupille accese dietro un velo di mistero
appesi al caschetto di cioccolato e di rame
stretti fra il rossore delle gote di bambina
e piccoli seni in bianca lucida trasparenza
sul chiarore della tua pelle dolce salata
profumata di desiderio e di sguardi
scivolando dalle strette ginocchia
fra le dita dei piedi venati e scalzi
sulla sabbia bianca del tempo che scorre
o immortalati ironici a mezza aria
nella finzione che ci piace interpretare
Come l’incanto di un adolescente che astrae da una persona, un’immagine, un’emozione, l’assoluto della propria attrazione. In seguito molte persone, immagini, emozioni si sovrappongo, o per meglio dire si affiancano, rinnovandosi e completandosi di mille singolari particolari, ma non secondo il canone dei ricordi, piuttosto in base a quello della costruzione. I ricordi, di tutti i tipi, su di me hanno scarso appeal, mi interessano poco, mi sfiorano soltanto qualche attimo e vanno via, non mi ci sono mai cullato, non mi ci cullo e non mi ci cullerò mai: oggi e, soprattutto domani, hanno un fascino troppo infinitamente più grande di qualsiasi ieri; qualsiasi “cosa” possa fare, provare o progettare mi intriga più di qualsivoglia esperienza avuta. Forse sarà questione di dolore cervicale, ma mi riesce davvero difficile camminare con la testa e i pensieri rivolti all’indietro. Infatti a questo punto è necessario ammettere e dichiarare: a me non piacciono “le donne”, mi piacciono “le ragazze” e non è questione di età, ma di proiezione, di direzione, di avere sempre più obiettivi da conquistare che situazioni da conservare, più vita da vivere che da ricordare, appunto. Questa poesia, pur scritta sul filo dei ricordi, è un “mosaico” cangiante che, forse, dovrei rinnovare ogni tanto, ma non lo faccio perché ormai è scritta e rimane così, tanto il senso in ogni caso sarebbe proprio lo stesso…
MOSAICI DI DONNA
Sei tu…
Debora questa mattina
mentre tiri indietro i capelli
sul tuo viso adolescenziale
sorridendo alla vita che ti aspettava
quel tramonto da un muretto
con le mani strette alla mano
salutavi Giovanna la nostra storia
troppo giovane per essere vera
…e il giorno dopo sei partita
rincorrere insieme la libertà
in sella all’isola mediterranea
però… Nadia… (Luisa)… poi Milano
era troppo lontana allora per me…
e non ti venni nemmeno mai a trovare
gli occhi verdi di Janine
le labbra sottili di Alessandra
che non ho mai baciato …eppure
quei visi quegli sguardi senza nome
azzurra luminosa riviera 19..?
il piacere la gioia di un istante
in sorrisi intravisti una sola volta
istanti di tutta una vita
Paula Antonella Andrea Christine…
donna sempre troppo perfetta
…e posso comporre e ricomporre
con le tessere sparse dei ricordi
che serbo più volentieri di te
effimeri fantasiosi mosaici…
troppo belli per seguitare a lungo
E così, comunque sia, in qualsiasi maniera si presenti o come poi si evolverà, quando arriva il brivido dell’attrazione ti sconvolge, anch’esso per qualche istante o per molto di più o per sempre chissà. Ma quando arriva è:
COME IL VENTO…
Increspa stropiccia rigira la linea retta di un orizzonte di sole
sul mare assolato evaporato disidratato dal calcolo algebrico
e soffia… fendente e avvolgente che sembra la luce del sole
e soffia… zuppo di pianto che sembra la pioggia
e soffia… triste e freddo che sembra l’inverno
poi entra dalle persiane la sera
e spettina il manto di foglie tappeto giallastro disteso sul bosco
s’intrufola nelle tane e nei nidi vezzeggia gli aculei di riccio
sparpaglia l’estate di fiocchi di neve ritorna s’acquieta
ha rubato l’alone alla luna che illumina la notte serena
fino a dentro sino in fondo nel pozzo profondo di pietra e di legno
è passato quel vento che era sole era pioggia
è passato e ha lasciato una parte di sé
nell’aria fresca dell’autunno imminente
“morirò nel 2084 perdendomi nell’aurora boreale mano nella mano con il mio ultimo amore la notte dopo la consegna del Nobel”
Renato Barletti ©2016
Potete seguire Renato ogni domenica in “Suggestioni e percorsi poetici”