Anche se non faccio spettacoli da parecchi anni mi capita a volte di “pensare”, o forse sarebbe meglio dire di esprimermi come Lou Reenato. Sì perché in fondo Lou Reenato non è proprio una persona, piuttosto è un modo di vedere e soprattutto di raccontare le cose; rappresenta un aspetto della mia espressività, quello più tagliente, derisorio, dissacratorio. Solo così sento di riuscire ad esprimermi su alcuni argomenti in maniera davvero soddisfacente e… a volte mi scatta una musichetta nella testa e mi ci escono sopra parole che potrebbero diventare una canzone, anche se spesso mi ronzano per qualche tempo e poi evaporano mentre me le canticchio, altre volte termino tutto il processo nero su bianco. Ad esempio, recentemente mi è capitato di scrivere un articolo ed un paio di post sui social sull’argomento “femminicidio”: credo di aver espresso bene e con forza il mio punto di vista, però… avvertivo che qualcosa mancava a quanto espresso o a come lo avevo espresso, così mi è partita la musichetta in testa e mi è venuta una canzone… spesso un clown è meglio di un professore.

 

MASCHIO ITALIANO

(il pezzo inizia con una musica lenta con chitarra arpeggiata, batteria spazzolata e piano di sottofondo con la voce un po’ chansonnier, un po’ tangera, un po’ Tonino Carotone con quell’atteggiamento fra il tirarsela e il bello e impossibile che mi riesce così bene)

sono il classico maschio italiano

ammantato di fascino latino

sovraccarico di testoterone

macho macho più macho di te

duro duro più duro dei duri

geneticamente non programmato

per lavare i piatti o fare il bucato

coccolato viziato privilegiato

dalla mamma la figa e lo stato

allevato per essere a capo

di una donna e della famiglia

e tu donna mi devi obbedire

i desideri mi devi esaudire

quando ho voglia se voglio lo voglio

e tu devi quando ho voglia capirlo

non hai voglia ma a me cosa importa

importa solo che adesso c’ho voglia

che sia sera oppure mattina

su sta zitta e mettiti china…

(rullata di batteria, entrano due chitarre distorte e inizia un rock spesso di quelli che mi piacciono tanto, cantato con la voce densa, alla John Cale o Iggy Pop per intenderci)

…e se lei è contraria al rapporto orale

quattro rasoiate  e via all’ospedale (citazione)

ma non lo riesci a proprio capire

che per stavolta t’è andata bene

che non mi devi fare incazzare

perché io ci metto un secondo

se sento dire che mi vuoi lasciare

a levarti immediatamente dal mondo

 

ritornello: (tipo Glory dei Doors)

mamma mamma tu mi puoi capire

non mi stava proprio più a sentire

signor giudice mi deve ascoltare

non posso mica lasciarmela andare

è maschio anche lei nessuna condanna

non ho fumato mai una canna

ho divorziato ma all’italiana

ho solo ucciso un’altra puttana

 

e non vorrai mica provare a scappare

tanto ti prendo ma dove vuoi andare

un giorno ti seguo in mezzo alla strada

mentre ti senti sicura in mezzo alla gente

allora faccio come han fatto con tante

un po’ di benzina e ti brucio all’istante

in mezzo alla strada e in mezzo alla gente

come giocassi al mio gioco divertente

Ritornello:

mamma mamma tu mi puoi capire

non mi stava proprio più a sentire

signor giudice mi deve ascoltare

non posso mica lasciarmela andare

è maschio anche lei nessuna condanna

non ho fumato mai una canna

ho divorziato ma all’italiana

ho solo ucciso un’altra puttana

 

Nel 1984 ci fu Live Aid contro il regime sudafricano e noi facemmo immediatamente un pezzo in risposta a We Are The Word descrivendo però l’Africa dal punto di vista dei bianchi, dei bambini bianchi; oggi l’apartheid non esiste più, ma vedo cose che gli somigliano un po’ a Lampedusa, a Lesbo, in Macedonia o in Ungheria, e vedo cose simili qui a Ventimiglia, come se l’Africa si sia espansa dal proprio senso geografico conservando però il proprio senso profondo: sono i bianchi a comandare!

 

AFRIKA

Africa terra di diamanti di grandi fiumi e di uomini bianchi

Africa chimere e capinere giaguari e pantere e di grossi elefanti

Africa Africa Corps deserti oasi e beduini e tanti tanti marocchini

Africa Africa ciao

ritornello:

dei negri siamo stanchi l’africa è dei bianchi

e vinca nel Sudafrica la gente come loro

poveri bambini bianchi e denutriti

Africa dove un bimbo piange sulle rive del Gange o del Tigri o dell’Eufrate

Africa dove un bimbo muore dal desiderio della dieta della dottoressa Tirone

Africa Africa Corps deserti oasi e beduini e tanti tanti marocchini

Africa Africa ciao

ritornello:

dei negri siamo stanchi l’africa è dei bianchi

e vinca nel Sudafrica la gente come loro

poveri bambini bianchi e denutriti

(il pezzo finiva con il ritornello ripetuto parecchie volte mentre entravano in scena alcuni pseudo bambini bianchi tra il cicciottello e l’obeso mangiando e bevendo e, visto che d’estate la mia pelle è parecchio scura, spesso si mimava una fustigazione del ne(g)ro che disturbava il succinto agape)

 

comunque visto che siamo in estate, sdrammatizziamo:

VIENI ALLA SPIAGGIA VIETATA DOVE C’E’ L’ACQUA INQUINATA

E LE MEDUSE E LE PERUSE NON TI MORDERANNO SE VIENI CON ME ME ME ME

Renato Barletti  ©2016

Potete seguire Renato ogni domenica in “Suggestioni e percorsi poetici”