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(pubblicato nel contesto di “Art & Culture” N.1 su 60.700.000 come potete verificare clickando qui 14-5-16 CET 5.00) (la rubrica ” I libri! di Massimo ” è la N.3 su 1.910 siti come vedete qui al 2/7/16 alle 9.00)
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Il punto di forza del primo romanzo di Fiorella Carcereri è la semplicità e la linearità nel trattare un tema di così vasta portata. Spesso mi arrivano richieste di recensioni di opere ermetiche e astruse; a parte il fatto che io non scrivo vere e proprie recensioni ma brevi note personali sui libri che mi sono piaciuti (sono uno scrittore, non un critico – sono due mestieri diversi) di certi libri farei molta fatica a scrivere qualcosa. Non è il caso di “Amore latitante”. Come il titolo suggerisce, l’amore è il protagonista dell’opera. Latitante in quanto l’illusione di sfuggirgli, magari trasferendosi all’altro capo del mondo (dall’Italia alla Nuova Zelanda), è destinata presto a cadere. In termini buddisti, non si sfugge al proprio karma semplicemente cambiando domicilio. La latitanza è una situazione transitoria – scrive l’autrice – anche in amore. Ma, attenzione, non si sceglie l’amore solo per sfuggire alla solitudine: la morale della storia di Valeria – protagonista e voce narrante – è che “la tappa finale del percorso di maturazione di un’anima è l’acquisizione della consapevolezza che si può andare avanti anche senza amore, che si può respirare senza usare i polmoni altrui ma imparando piuttosto ad utilizzare i propri, che il cuore può continuare a battere autonomamente”. Pertanto, a quanto ho capito dal libro – una biografia che ripercorre le sue vicende sentimentali dai primi impulsi infantili alla condizione di donna matura, insomma un romanzo di formazione – l’amore non è una condizione che si subisce passivamente, ma occorre lottare per esso, occorre crederci e non arrendersi. Così il guscio protettivo di cui Valeria si riveste dopo le prime delusioni è destinato ad essere spezzato dalla vita stessa, ed è questo il processo di maturazione a cui secondo me allude la Carcereri; non ci si nasconde ai propri sentimenti, non vale negarli
Dopo la lettura del libro, completata in mezza giornata – è un romanzo breve e agile nello stile – ho rivolto alcune domande all’autrice, che conosco da tempo tramite la rivista Segreti di Pulcinella. Le ho chiesto com’è nato il libro. Mi ha risposto: “Lo scorso agosto avevo bisogno di staccare la spina e starmene da sola per un po’. Dopo gli aforismi, dopo i racconti, dopo le poesie, avevo voglia di scrivere il mio primo romanzo in totale solitudine. Volevo iniziare con una cosa breve, niente grandi trame a priori, volevo semplicemente lasciarmi trascinare dalle emozioni e vedere che cosa ne sarebbe uscito. Più che scrivere una storia d’amore, volevo scrivere Dell’amore (il mio argomento preferito). Un paio di settimane in un posticino sperduto della Val d’Aosta e diverse ore al giorno dedicate alla scrittura: così ha preso forma “Amore latitante”. Alla domanda di quanto vi sia di autobiografico ha negato vi sia qualcosa nel senso vero e proprio del termine, ma – ha precisato – “le speranze, le paure, i turbamenti e gli stati d’animo di Valeria sono i miei.” Le ho chiesto infine di darmi una definizione personale di amore. “Per me l’amore non è mai stato “la stessa cosa”. Ad ogni diversa età della vita, ho cambiato anche opinione su che cosa sia l’amore. Purtroppo però, anche se ci ho passato lunghe notti bianche a rifletterci, non ho mai trovato una risposta razionale. Forse, per il semplice fatto che non c’è. Forse perché ognuno di noi lo vive alla sua maniera e ne dà una diversa interpretazione. Forse perché l’amore non dev’essere oggetto di riflessione ma va preso al volo, vissuto e basta. L’unica conclusione certa cui sono giunta è che nessun essere umano può farne a meno, nonostante sia spesso fonte di dolore, delusione, abbandono. Ed è soprattutto in questi casi che dobbiamo avere la forza di trasformare l’amore “distruttivo” in amore “terapeutico” per proseguire sul nostro percorso di crescita interiore e di formazione sentimentale, un percorso che non ha un punto di arrivo, ma è in costante evoluzione fino all’ultimo dei nostri giorni.”
Amore latitante
Fiorella Carcereri
Arpeggio Libero, 2013
Massimo Acciai Baggiani ©2016